L’importanza nella scelta di una pavimentazione antiscivolo.
La scelta della realizzazione e della tipologia di pavimentazione si basa spesso non solo su unici criteri estetici, ma anche sulla natura dell’ambiente interno ed esterno in cui vengono utilizzate le superfici che siano piastrelle in gres o marmo e pietre naturali, resine epossidiche o altro: le caratteristiche tecniche richieste per i pavimenti del soggiorno o della camera da letto, ad esempio, non sono le stesse del bagno di una zona piscina.
In ogni caso la superficie deve essere rivestita con materiale che garantisca caratteristiche di antiscivolosità per evitare cadute e altri spiacevoli incidenti.
La necessità di evitare cadute accidentali é diventata basilare in ambiente domestico in generale ma specialmente in tutti quegli ambienti pubblici ad alto traffico pedonale.
Si pensi solo all’importanza di avere una pavimentazione antiscivolo ( antisdrucciolevole ) negli ambienti dove il pavimento possa risultare bagnato come: pavimentazioni esterne, camminato i, bordi piscina, scale, ospedali, centri commerciali o superfici sulle quali possa esserci una presenza di grassi o sostanze oleose che facilitino lo scivolamento come per esempio cucine industriali o fast food.
Ma quali sono le caratteristiche antiscivolo che devono avere i pavimenti?
Quali sono le normative italiane applicabili per le pavimentazioni civili, le pavimentazioni pubbliche e i luoghi di lavoro?
Che siano pavimenti in piastrelle di gres o marmo , pietre naturali , rivestimenti eseguiti con resine epossidiche, pavimenti in cemento stampato o pavimenti industriali come cemento levigato levigato i riferimenti normativi relativi alle pavimentazioni antiscivolo sono le seguenti:
Dlgs 81/2008 (Testo unico Sicurezza) – Allegato IV – REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO punto 1.3.2)
Nel decreto legislativo 81/2008, noto anche come Testo Unico per la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, si prescrive che: “i pavimenti presentino condizioni tali da rendere sicuro il movimento e il transito di persone e mezzi.
In particolare l’Allegato IV del D.Lgs. 81/2008, specifica: i pavimenti dei locali devono essere “fissi, stabili e antisdrucciolevoli nonché esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi, oltre a non essere ingombrati da materiali che possano impedire la normale circolazione”
Nelle parti dei locali dove abitualmente si versano sul pavimento sostanze putrescibili o liquidi, il pavimento deve avere caratteristiche antisdrucciolo (coefficiente di attrito dinamico µ<0,4), superficie unita e impermeabile e pendenza sufficiente per avviare rapidamente i liquidi verso i punti di raccolta e scarico”
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2008/04/30/008G0104/sg
Dm 236/1989 (Prescrizioni tecniche ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche) – Pavimentazioni.
art. 4.2.2 La pavimentazione del percorso pedonale deve essere antisdrucciolevole…..
art. 4.1.10 I gradini delle scale devono avere una pedata antisdrucciolevole……
art. 8.2.2 Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della B.C.R.A. (British Ceramic Research Association) sia superiore a: 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimentazione asciutta – 0,40 per elemento scivolante gomma su pavimentazione bagnata – i valori predetti di attrito non devono essere modificati dall’apposizione di strati di finitura lucidanti o di protezione, che, devono essere applicati sui materiali prima della prova. Le ipotesi di pavimentazione asciutta o bagnata devono essere assunte in base alle condizioni normali del luogo ove sia posta in opera….
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1989/06/23/089G0298/sg
Che cosa si intende per metodo BRCA?
É un metodo di derivazione inglese (BCRA: British Ceramic Research Association) e misura il coefficiente di attrito dinamico μ. Tale coefficiente di attrito è misurato determinando l’attrito dinamico tra il campione da provare ed un elemento scivolante in movimento a velocità costante ( 17 mm/s) sulla superficie del campione. Il valore del coefficiente di attrito dinamico μ è uguale al rapporto tra la forza di resistenza di attrito, opposta alla direzione di moto, che agisce sull’elemento scivolante e la forza peso. L’elemento scivolante è solidale ad un sistema che tramite un trasduttore elettronico di misura dà un segnale in millivolt proporzionale al coefficiente di attrito. Le misure vengono usualmente realizzate mediante un dispositivo portatile munito di motore elettrico che si muove a velocità costante sulla superficie da provare. L’elemento scivolante può essere costituito da materiali diversi (gomma, cuoio). Si determina il coefficiente di attrito dinamico, sia medio che puntuale, in definite condizioni della superficie (asciutta e bagnata). Questo metodo può essere impiegato sia in laboratorio che sul campo.
Secondo il test B.C.R.A. i valori del Coefficiente di attrito dinamico (DCOF) sono così suddivisi:
- scivolosità pericolosa: valore minore di 0.2
- scivolosità eccessiva: valore maggiore/uguale a 0.2 e inferiore a 0.4
- attrito soddisfacente: valore maggiore/uguale a 0.4 e minore di 0.74
- attrito eccellente: valore maggiore di 0.74
La resistenza allo scivolamento è espressa dal coefficiente di attrito in poche parole quanto più alto questo valore, tanto sarà minore è la scivolosità della pavimentazione.
Ovviamente i parametri accettabili sono uguali o superano valore maggiore/uguale a 0.4
Quindi rientrare nei parametri di legge è un requisito basilare che non puo’ essere mai trascurabile per garantire la sicurezza e prevenire potenziali infortuni in qualsiasi ambiente.